venerdì 21 giugno 2013

POP ART



La Pop Art rappresenta il movimento artistico più celebrato del XX secolo; nata in Inghilterra nei primi anni Cinquanta e poi sviluppatasi negli Stati Uniti (patria di musei e artisti dal futuro promettente), la corrente si ispira alla società consumistica e prende suggerimenti da pubblicità, da oggetti tipici del quotidiano, dai fumetti e quant'altro. E' considerata una reazione all'Espressionismo astratto.
Il termine Pop Art (Arte popolare) venne usato per la prima volta dal critico britannico Lawrence Alloway: i soggetti delle opere che ogni artista si accinge a proporre sono scelti dalla quotidianità oppure ritraggono scene ispirate dagli aspetti più comuni della realtà o ancora personaggi dello spettacolo. La novità inoltre sta nel fatto che gli autori di tali bellezze hanno introdotto strumenti non certo consueti come il collage e la fotografia (non a caso alcuni di loro furono vetrinisti, designer e fumettisti). 
Noto collage, ancora oggi molto apprezzato, è quello realizzato da Hamilton, uno dei fondatori di tale corrente, che aveva ritagliato dai giornali dell'epoca alcune immagini stravaganti; si parla dunque di artisti che recepiscono un'arte sì seria ma allo stesso momento provocante. Dietro delle immagini apparentemente grottesche si celano tutte le contraddizioni dell'uomo moderno, vittima della società.
Sebbene tra gli artisti che hanno lasciato un'impronta maggiore si citi sempre il nome di Andy Warhol, è doveroso ricordare anche numerosi altri artisti fra i quali gli inglesi Richard Hamilton.
Molto celebri sono anche Roy Lichtenstein, artista nato a New York nel 1923 che lega la sua fama a fumetti dal tono ironico e dall'originale tecnica, e Tom Wesselmann, d'origine statunitense come Lichtenstein e maestro nella tecnica del collage.



Il genio indiscusso della Pop Art e sicuramente quello più conosciuto è Andy Warhol (1930-1987) che si rivolse agli oggetti simbolo della realtà americana (dalle bottigliette e dalle scatolette di zuppa ai detersivi) e ai volti famosi del cinema. Come non ricordare l'immagine di Marilyn Monroe, il primo di una lunga serie di ritratti che vide protagonisti anche Che Guevara e Mao Zedong? Nato a Pittsburgh, in Pennsylvania, e conseguito il diploma presso l'Institute of Technology, Andrew Warhola (il vero nome) lavorò inizialmente come grafico pubblicitario per poi dedicarsi completamente all'arte ?fonderà un'azienda allo scopo di commercializzare le proprie opere. Artista eccentrico e per questo criticato, ebbe comunque largo seguito per tutti gli anni Settanta e Ottanta.



Altro esponente di rilievo è Roy Lichtenstein (1923-1997), nasce a New York in una famiglia ebraica borghese: nel 1951 tiene la sua prima mostra personale alla Carlebach Gallery di New York. La sua pittura si avvicina all'espressionismo astratto e nei suoi quadri iniziano a comparire personaggi dei fumetti o dei cartoni animati, come Topolino, Paperino e Bugs Bunny. Lavora a diversi murales e nature morte e realizza opere ispirate al Futurismo, al Costruttivismo Russo e al Surrealismo.




Tecniche
se gli Inglesi concepiscono una forma d'arte meno esuberante e più attenta alla scelta dei soggetti, la Pop Art americana appare più esibizionistica, quasi volesse prendere in giro la seriosità del mondo artistico. Famose le sculture realizzate da Johns sotto forma di lattine di birra, le sculture di Oldenburg incentrate su gelati e hamburger oppure i collage di Rauschenberg.
Caratteristica comune agli artisti della Pop Art è dunque l'utilizzo di soggetti di largo consumo come cibo in scatola o lattine, ma anche di manifesti pubblicitari e fotografie tratte da riviste; l'immagine del corpo e della sessualità viene valorizzata in numerose opere che vedono protagoniste le provocanti pin up statunitensi; le tecniche principali di tale corrente artistica sono il collage (composizione ottenuta sovrapponendo frammenti di diversi materiali procurata da ritagli di giornali, fotografie, ecc.) da cui deriva il cosiddetto Combine Painting, stile pittorico creato da Robert Rauschenberg, ossia la combinazione eclettica di vari oggetti in cui applica pezzi di giornale e tessuto supportati, spesso, non più da semplici tele ma da veri e propri basamenti in legno e intelaiature. 
Artisti come Hamilton hanno fatto largo uso della tecnica del fotomontaggio, un procedimento artistico simile al collage attraverso il quale si realizza un'immagine mettendo insieme frammenti fotografici che diano l'impressione di un'unica composizione, spesso ironica.

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